PRATICARE QIGONG 氣功

Blog personale – Paola Borruso


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Qigong: posso praticare da autodidatta?


 

 

 

fMaestro sì, maestro no? E se sì, fino a quando? E se no, posso apprendere da solo? Queste, e tante altre, possono essere le domande di chi si avvicina per la prima volta alla pratica del Qigong, ma non  è escluso che anche un praticante  avviato  possa interrogarsi periodicamente sul suo cammino e sulla propria indipendenza.  Non ci sono verità assolute che valgano  in modo uguale per tutti: la presenza e l’importanza che riveste un Maestro è del tutto soggettiva. Vi  è chi ne riconosce un punto di riferimento, chi invece, maturando sempre nuove capacità critiche e di giudizio se ne allontana  e va  alla ricerca di nuovi insegnanti, di  nuovi spunti, nuove integrazioni, con l’obiettivo preciso di ampliare le proprie vedute e il bagaglio personale di conoscenze. Non manca infine chi, sentendosi pronto, avvia un metodo tutto suo “autoproclamandosi” Maestro .

Ma lo scopo di questo articolo non è tanto investigare se un Maestro sia sempre indispensabile o no, quanto piuttosto indagare sulla necessità di avere un buon Insegnante che guidi soprattutto nel momento del  primo approccio con il Qigong.

Sempre più spesso ho modo di intrattenermi in conversazioni del genere. Basta una minima ricerca su youtube per essere sommersi da tonnellate di video marziali, che propongono centinaia di versioni differenti dei Baduanjin, tanto per fare un esempio. Ma si trovano infinite altre sequenze, applicazioni, esercizi, tecniche, riproduzioni audio e video, sottotitolate, in lingua originale, riprodotte da insegnanti italiani, americani, cinesi autentici o filocinesi, simpatizzanti, esperti, principianti, neofiti, gente navigata e sedicenti esperti. Chi più ne ha più ne metta. Già la prima difficoltà di un neofita, di chi vuole affacciarsi ed avere un’idea di cosa sia questo “mistico” qigong , è quella di passare attraverso una serie di filtri, alla ricerca di una fonte, tra tutte quelle appena elencate ( e fra tante altre ancora..) che sia quantomeno attendibile, che provenga da una scuola certificata, di cui si possa tracciare una storia di qualità. Considerando tutto ciò cosa fatta, si passa al secondo step: aprire il video, mettersi davanti al pc e iniziare a “scimmiottare” ciò che il video stesso propone. “Scimmiottare”, dico, perché, nonostante le buone intenzioni di chi si avvicina alla pratica,  bisogna tenere sempre conto che un video propone sempre un prodotto finito ! C’è da considerare infatti ( e non tutti lo fanno) come, dietro le quinte,ci sia stato un lavoro intenso di allenamento prima di tutto posturale, oltre che mentale, che abbia fatto raggiungere quel risultato.

A mio avviso, il modo migliore per apprendere è quello di farsi seguire (almeno inizialmente!)  dal vivo, da un insegnante che sia in grado di valutare la nostra situazione di partenza, che consideri i nostri difetti posturali e ci suggerisca gli utili accomodamenti, che individui le pratiche più adatte alla nostra esigenza ( non tutte le pratiche infatti sono universalmente adatte a tutti in ogni momento.. mi piace infatti considerare il qigong come un abito che si adatti alla persona e non al contrario) fin quando il nostro corpo non avrà maturato una memoria di sé , delle posizioni da assumere e della correttezza di queste  in situazioni sia statiche che dinamiche. A volte ci sentiamo rilassati ma ancora non lo siamo: l’interno non sempre corrisponde con ciò che si vede all’esterno. Basterebbe il leggero tocco di un insegnante sulla spalla per farci accorgere, ad esempio, di quanto questa sia contratta, di quanto il nostro Mingmen non sia dovutamente aperto, o di quanto la nostra fronte  sia corrugata nella nostra incessante ricerca di un rilassamento a tutti i costi. Senza trascurare poi l’aspetto emotivo e i benefici delle discussioni di gruppo. Sono numerose infatti, conclusa una pratica, le domande che possono insorgere e che, magari, davanti ad un video non troverebbero adeguate risposte. Domande relative alla pratica stessa, alle sensazioni ricevute o , più semplicemente, ai dubbi durante l’esecuzione: distendere il braccio completamente?  Non del tutto? Girare il capo fino a …? Lo sguardo indirizzato verso dove?  Invece, il peso come deve essere distribuito? Ho pesantezza ai piedi.. che significa? E il mal di testa che ogni tanto insorge? Non sarà che sto praticando nel modo scorretto? Ma quanto deve durare una pratica? E così via…

Non dimentichiamoci che nel Qigong nessun movimento avviene a caso e che si lavora per assicurare il corretto fluire dell’energia nei meridiani, come insegna la MTC, quindi la correttezza del movimento è tra gli elementi da non trascurare.

Il qigong si nutre dunque anche della pratica di gruppo e del confronto costante.

Con tutto ciò non voglio assolutamente gettare discredito sull’impegno profuso da quanti condividono il loro sapere e le loro tecniche tramite video!  Ritengo che siano dei giusti supporti ma non immediatamente adatti a chi deve cominciare, per le ragioni che ho esposto sopra. Mi sento ancora rispondere, da chi si rivolge a me e ne ottiene i consigli che vi ho scritto, che le pratiche sono costose e frequentare i corsi non è alla portata di tutte le tasche. Su questo mi mettete alle strette, cari amici! Però vi dico che in giro ci sono tanti eventi gratuiti condotti anche allo scopo di diffondere il Qigong presso chi non lo conosce ancora:  eventi   che potreste inizialmente frequentare .

Infine..non praticate da soli! Sicuramente tra di voi ci sarà qualcuno che possa condurre un gruppo, che abbia avuto maggiore esperienza e con il quale potreste confrontarvi nell’attesa.

Bene! L’argomento è davvero vasto e ho cercato di sintetizzare le mie motivazioni. Attendo i vostri riscontri sull’argomento.